Lost Orpheus Ensemble- Strade (CD)
Indice e Testi
01) Commando
Sono in quattro nella BMW,
li vedo arrivare da lontano,
in un primo momento non ci avevo fatto caso,
ora mi accorgo che stanno cantando a perdifiato.
Non realizzo subito la situazione.
Quattro ragazzoni, con qualcosa in mano,
qualcosa che sembra un’arma da gioco,
ma è un’arma vera, è proprio un mitra
con la sua bocca di fuoco
e i proiettili in canna.
Il guidatore canta a squarciagola
lo vedo che scala la marcia …
hanno solo vent’anni …
hanno solo vent’anni …
Chorus 1
Una specie di calamita mi spinge
a fissarli negli occhi, occhi cattivi,
occhi di cocaina,
occhi pronti a spegnere altri occhi.
E’ pericoloso guardare negli occhi
chi imbraccia un mitra,
potresti essere un testimone di un agguato, o di qualcosa
che gli somiglia.
Non vedi la mostruosità delle sue intenzioni,
vedi la tremenda forza delle decisioni.
Tremenda, diabolica, militare.
Traspare dalle pupille dilatate.
Il sudore imperla volti contratti dallo spasmo,
uno di loro ha un crocefisso che spunta
sul petto con la camicia aperta
sul tatuaggio giapponese …
Hanno solo 20 anni …
Hanno solo 20 anni
Chorus 2
Si stanno preparando al massacro.
Ma il vero massacro è quello della loro vita.
Qualcuno ce li ha mandati, in quell’inferno,
al riparo di una scrivania di legno pregiato.
Lui lì, loro là, nelle braccia della polizia.
Il rosso del semaforo è eterno,
ha paralizzato il tempo,
lo ha immobilizzato in uno spasmo,
in una smorfia.
Il movimento dei passanti è rallentato,
come in un acquario,
uomini e donne respirano a fatica.
Nel cielo un elicottero della polizia
sferruzza con le sue pale un cielo di latte.
I quattro cantano, a squarciagola,
passandosi sguardi di complicità,
guapperia, sfida alla vita e alla morte.
Chorus 1
Una specie di calamita mi spinge
a fissarli negli occhi, occhi cattivi,
occhi di cocaina,
occhi che si accingono a spegnere altri occhi.
Uno agita l’aria con la mano libera dal mitra,
porta il tempo, batte sulla portiera
come su una percussione,
lo fa con cattiveria, di chi sta attraversando una soglia.
Il rosso del semaforo liquefa i colori tutti intorno.
C’è solo quel rosso, l’ultimo ostacolo.
Chorus 2
Si stanno preparando al massacro.
Ma il vero massacro è quello della loro vita.
Qualcuno ce li ha mandati, in quell’inferno,
al riparo di una scrivania di legno pregiato.
Lui lì, loro là, nelle braccia della polizia.
Commando su Youtube
02) Rissa
Grazie, fra’, te lo voglio dire sei un vero amico
se non era per te ieri sera in quel vico
io ci restavo secco e me ne andavo al creatore
‘mbriaco da fare schifo e senza un minimo di pudore
quella cazzo di figliola mi ha mandato in pappa il cervello
diceva che mi amava, fra’, ma erano solo parole, ero il suo zimbello
e l’ho scoperta che pomiciava con un truzzo che faceva schifo a guardarlo
tatuato sul collo peloso palestrato ‘mbrillantinato con la musica a palla
che usciva dalla sua miserabile biposto abartizzata
con una doppia fila di luci di posizione e la marmitta truccata
che schifo, fra’, mi è venuto da vomitare
la mia ragazza con quel truzzo, fra’, uno schifo, puah,
ho pensato mo’ lo incasino di pugni e lo mando al creatore
gli faccio vedere chi sono io che ho fatto rugby e lotta grecoromana
ma poi ho pensato se lo merita quella puttana?
No, fra’, non se lo meritava, noi a menarci e lei a sghignazzare
faceva la pupattola e io che credevo ai suoi sentimenti
ero distrutto, ‘fra, te lo posso dire a te che mi capisci
non ci ho mai saputo fare in queste cose
volevo sbattere la testa a qualche spigolo
ma non per niente, solo perché ero stato tanto stupido
ero io che mi facevo pena, fra’, un pugno nello stomaco
che stronzo che sono, fra’, e ora non so più che fare
tira fuori la moto fra’ che ce ne andiamo da questa città di merda
lontani da questa merda.
03) Sabato sera
Raga’, io lo odio il sabato sera,
a farsi pe’ strada come stronzi in galera
raga’ io lo odio il sabato sera
stravaccato in quel lounge bar luccicoso
a fare il filo come ‘no stupido alla cassiera
che a tutto pensa tranne che a dare retta a un perditempo
ma è la noia, raga’, i soliti discorsi, le cazzate
le vomitate nei vicoli e poi ricominciare
tre drinchi e ancora a ciondolare nello struscio
per incontrare magari qualcuna che ci sta bene o male
ma quelle manco per niente, tutte imbrillantate
ma è solo per farsi vedere eleganti e seduttive
poi vanno a casa dal paparino arrogante
e non pensano agli sfigati arrapati
e noi a sbattere la testa e a parlare di calcio e scommesse
raga’, che squallore il sabato sera
poi magari qualcuno ha voglia di fare a mazzate
e allora ti sfoghi dai qualche cazzotto e sai come fare
e più sei sfigato e più ci dai dentro contro questo mondo di merda
con la faccia di quel tamarro che t’ha dato un calcio nelle palle
e fortunato se riporta a casa qualche osso intatto
e poi ricominci come niente a bere e a fumare
e come ultimo sfregio sbatti la bottiglia sul muro della chiesa
tanto sono tutti stronzi e non me ne frega niente.
Sabato sera su Youtube
04) Erasmus Generation
Ti vedo in Skype ma senza voce
sembri una foto un po’ sbiadita,
non basta la connessione veloce
sei un volto di un’altra vita.
Sei in Colombia per scelta volontaria;
l’ultima volta che ti ho incontrato
eri a Istanbul in una struttura sanitaria
e la penultima non ricordo dov’è stato.
A Medellin ora fa molto caldo,
dice il tuo linguaggio senza suoni
ma il nostro rapporto non è più saldo,
non fai più colpo sulle mie emozioni.
A Scienze politiche eri il migliore,
i tuoi amici ti vedevano lanciato
in un mondo di livello superiore
in un lavoro non banale e variegato.
Quello che dopo non ho capito
è il tuo randagismo, quell’andar a tentoni.
Alle borse di studio e al loro mito
seguiva la droga delle tue illusioni.
Chorus
Non resisterò a un’altra tua chiamata,
ho un tuffo al cuore quando vedo il tuo volto
ma ora so com’è veramente andata,
è l’ultima speranza che m’hai tolto.
Ero attratta dal mio giramondo
ma soffrivo per l’eterna assenza,
anche se stavi andando a fondo,
cieca di fronte alla tua impazienza.
Poi hai cominciato a fare strane cose
per smania di viaggi senza meta,
come chi cerca urgentemente una dose,
come chi cerca di tirar su qualche moneta.
Come una pianta sradicata,
aleggi in un orizzonte incerto,
precario in carriera o foglia schiacciata,
un pellegrino in un deserto.
Cedevi a facili amori e disinvolti,
“Esperienza”, mi dicevi, “niente di che”,
il problema è che ce ne sono stati molti,
ora mi chiedo chi sia stata io veramente per te.
Chorus
Non resisterò a un’altra tua chiamata,
ho un tuffo al cuore quando vedo il tuo volto
ma ora so com’è veramente andata,
è l’ultima speranza che m’hai tolto
05) Slash End (Strumentale)
Slash End su Youtube
06) Si è spenta l’allegria
Si è spenta l’allegria,
ma non quella televisiva,
quella delle parate
e delle celebrazioni patinate.
E’ la nostra allegria che si è spenta
quella che sapeva di goliardia,
a fare cazzate con gli amici
in serate meno angosciate
Ora l’allegria ce l’abbiamo negli occhi,
nelle vetrine, nei nostri balocchi:
allegria di circostanza, da dietro
il tavolo della presidenza.
Ci sono cartelli di divieto ovunque:
proibito proibire di proibire.
E’ tutto permesso, ma è proibita
l’allegria, quella vera, comunitaria.
Lavorare bisogna, è il vostro dirigente
che vi parla. Lavorare, lavorare.
E se c’è qualcosa che proprio
non bisogna fare è ridere in compagnia.
07) Bambini soldato
Se trecentomila vi sembran poco
considerate che sono minori
e se per i capi è altissima la posta,
per i bambini soldato sembra un gioco.
Oggi un bambino di 10 anni può usare
un AK-47 come un adulto,
visto che è un’arma automatica e leggera
e come un adulto sparare e ammazzare.
Più docili all’indottrinamento,
i ragazzi non chiedono compenso
e più facilmente di un adulto
scivolano in un gioco violento.
Affrontano il pericolo con incoscienza
totale, attraversando campi minati
o intrufolandosi nei territori nemici
con la spavalderia dell’adolescenza.
Ma gioco non è, se e quando tornano a casa,
malati, depressi, imbottiti di farmaci,
con ricordi atroci e micidiali incubi.
Dell’infanzia hanno fatto tabula rasa.
Bambini soldato su Youtube
08) Viaggio notturno
Sugli scogli che affiorano pigri
tenero è il sussurro del vento
per onde che fremono cantilenanti
nella scia della barca che solca
la notte.
Nel mare una distesa di silenzio
complice delle ombre sulla costa
in un manto che nasconde le anse
come una coperta di affanni.
Il viaggio notturno cerca
l’orizzonte
e la sua concava malinconia
nella brezza ondivaga e mutevole
delle sue diecimila direzioni.
09) Noir
Un istante d’angoscia
apre uno scenario
di complicate funzioni
simbiotiche, derive osmotiche.
Osservo incantato
quella scena di teatro
come un sogno recitato
di cui sono l’attore
ma non il regista. Il regista
ha un’altra idea dei miei
personaggi interiori. Mi sogna
sognare, nemico giurato.
10) L’ultimo sguardo (strumentale)
INDICE
01) Commando
02) Rissa
03) Sabato sera
04) Erasmus Generation
05) Slash End
06) Si è spenta l’allegria
07) Bambini soldato
08) Viaggio notturno
09) Noir
10) L’ultimo sguardo
Deposito opere presso la SIAE
Le opere teatrali e musicali di Antonio De Lisa sono depositate presso la SIAE
Sezione Musica
Sezione Teatro – Sezione DOR (Opere Drammatiche e Radiotelevisive)
LOST ORPHEUS ENSEMBLE
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