Il lavoro sull’attore: la lezione di Grotowski
La figura più famosa nel panorama del teatro polacco degli ultimi decenni è Jerzy Grotowski, nato a Rzeszów (Polonia) il giorno 11 agosto 1933, direttore dal 1959 del Teatro Laboratorio di Opole, che si trasferì a Wroclaw nel 1965. Grotowski ha elaborato la definizione di “teatro povero”, quello cioè che si fa solo con l’attore e il pubblico, creando un rapporto senza mediazioni tecnologiche. Tutto il contrario di quello che fa il cinema, di cui il “teatro povero” è una sorta di reazione (anche se la sua funzione non si esaurisce certo in questo) e una testimonianza dell’importanza vitale del teatro.
Grotowski, l’ultimo vero rivoluzionario in campo teatrale, ha dimostrato che per fare il teatro sono necessari solo l’attore e lo spettatore. La presenza di entrambi nello stesso tempo e nello stesso luogo è l’elemento che distingue il teatro. Il cinema o la televisione avvengono sempre in un altro tempo e in un altro spazio. Ecco perché vale ancora la pena di fare teatro: perché, nell’epoca della comunicazione mediatica, il teatro è uno dei pochissimi posti in cui bisogna esser presenti fisicamente, e non è da poco.
In quest’ottica il problema primario che ha impegnato Jerzy Grotowski nel corso della sua formazione come autore è stato l’addestramento degli attori, una ricerca che lo ha portato a ispirarsi a fonti diverse: il metodo Stanislavskij, lo yoga, l’allenamento bio-meccanico di Mejerchol’d, gli esercizi ritmici di Dullin o gli studi di Delsarte sulle reazioni.
Jerzy Grotowski ha creato i suoi spettacoli tra il 1959 e il 1968 con un gruppo di attori che lo ha seguito per tutto il percorso. Si trattava di “Teatr Laboratorium” e aveva sede in Polonia, prima a Opole, poi a Wroclaw. Oltre agli spettacoli il “Teatr Laboratorium” ha elaborato, in linea con quanto detto circa la formazione degli attori, un metodo di allenamento basato sull’esercizio fisico e sulla memoria. Questo metodo è l’ideale approfondimento di ricerche precedenti e, al contempo, l’invenzione di qualcosa di nuovo. È quanto di più tradizionale e quanto di più rivoluzionario si possa immaginare.
Nel 1970 Grotowski ha abbandonato il teatro per dedicarsi alla ricerca di forme parateatrali. Nel 1985 ha fondato a Pontedera, vicino Pisa, un Workcenter in cui si è occupato di quello che lui stesso chiamava arte come veicolo.
Il grande autore è morto a Pontedera il 14 gennaio 1999, quando non aveva ancora 66 anni, lasciando dietro di sé un vuoto incolmabile. Oggi come oggi è impensabile fare teatro senza tener conto della sua lezione.
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